Statistiche
Torniamo a bomba sul tema delle "millebuche” d'Italia, spulciando i bilanci dall'ente preposto a ristabilire la sicurezza del manto stradale!
Anno “stradale” 2011-2012, la gestione patrimoniale dell'Anas si è chiusa con il segno “più” per 8 milioni di euro, con una situazione economica generale di crisi diffusa, a conferma della positiva “svolta” messa in atto dalla società a partire dal 2006, che ha testè ridotto di fatto il pesante disavanzo ereditato dalla passata “con-gestione”, (con perdite totali accertate vicine al mezzo miliardo di euro nel 2005, ndr) e permesso, per la prima volta dal 2008, l'utile netto di esercizio. Ce lo confermano gli ultimi dati della Corte dei Conti descritti nella relazione annuale d'esercizio Anas. Si precisa, che i ricavi sulla gestione della rete viaria nazionale sono passati da 730 a circa 760 milioni di euro, con un incremento del 4%, mentre i costi operativi sono passati da 785 a 735 milioni di euro con un decremento del 6%. Nel bilancio del 2011 tutti i settori inerenti le consulenze tecniche, amministrative e legali sono diminuite rispetto all’esercizio 2010, con un poderoso -70% sul totale, rimanendo abbondantemente entro i limiti previsti e stabiliti dalla Finanziaria di quell'anno. Dato che il bilancio Anas (ente gestore esclusivo della rete stradale ed autostradale in Italia, ndr), società per azioni il cui socio unico è il Ministero dell'Economia, sotto il controllo “tecnico” del Ministero dei Trasporti, si è chiuso con un utile netto pari a 26 milioni di euro, non sarebbe d'uopo, data la situazione attuale dell'intera rete viaria (costituita da più di 20 mila km di carreggiate tutt'altro che ben messe, ndr) spendere tale “tesoretto” per tappare milioni di buche fisiche, farne ripartire l'oggettiva manutenzione per aumentarne progressivamente la totale sicurezza come da "mission" societaria originaria? La Corte dei Conti ha altresì chiesto pronto soccorso ed intervento al nuovo “esecutivo” per definire il ruolo futuro dell'Ente, come organo “in house” della Pubblica Amministrazione che, (in base all’attuale formulazione dell’Art. 36, comma 9, d.l. n. 98/2011, ndr) ed un nuovo statuto societario. Tale richiesta potrebbe rivelarsi alquanto problematica, dopo il processo di forte apertura al mercato avviato da Anas ultimamente. Con la dismissione delle funzioni di ente concedente infatti, dovrebbe poter operare e competere con prerogative analoghe a quelle degli altri concessionari. Ma l’obiettivo perseguito nell'affido delle concessioni “senza gara”, è risultato più complesso e deficitario del previsto, sulla base dell’interpretazione, fornita dai Ministeri competenti, che considerano ogni suo indebitamento incidente sul bilancio diretto dello Stato. Quindi per un effettivo e “proattivo” potenziamento di Anas quale principale ente concessionario dedicato alla cura stradale e per consentirle di svolgere una proficua “attività di mercato”, opportuna e necessaria, (sempre nell’ipotesi in cui la stessa rimanga nel perimetro della pubblica amministrazione, ndr), più di una riflessione sull'attuale disciplina, che apporti tutte le eventuali modifiche ed i necessari correttivi!
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