Attualità
Associazioni di consumatori, autoscuole e UNASCA fanno la voce grossa e ricorrono addirittura al TAR contro l'ACI. Si parla di milioni di euro, spesa aggiuntiva per inutili doppioni!
Allarme conti in “profondo rosso” con alzata di “scudi” generale delle autoscuole d'Italia unite alle associazioni dei consumatori e quelle di categoria, tra cui UNASCA (Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica, ndr) in merito al decreto ministeriale, con cui lo scorso 21 marzo è stato deciso l'aumento delle tariffe da pagare all’ACI (acronimo di Automobil Club d'Italia, ndr) per le pratiche auto che riguardano il PRA, ossia il Pubblico Registro Automobilistico. L'ACI dal canto suo ritiene infondate e pericolose le affermazioni di UNASCA in merito alle tariffe del Pubblico Registro Automobilistico. Prezzi bloccati da oltre 18 anni e cifre “ritoccate” solo di recente, dal Ministero dell’Economia, con aliquote al di sotto dei parametri ISTAT. Il provvedimento prevede anche una serie di misure “correttive” a favore di ogni automobilista: come la gratuità delle perdite di possesso del veicolo, dei fermi amministrativi e dei corrispettivi a carico di disabili, con l'esenzione per le province del servizio di riscossione dell’imposta di trascrizione. Il PRA di fatto dovrebbe gestire tutte le pratiche automobilistiche imposte dalla legge, senza gravare sulle casse dello Stato, permettendo allo stesso tempo alle agenzie di intermediazione di svolgere il proprio lavoro al meglio senza boicottaggi o ulteriori cavillosità. L’UNASCA dal canto suo, dati alla mano, rivela come ben il 75% delle pratiche automobilistiche adesso “attraversino” lo Sportello Telematico dell’Automobilista, rendendo l’aumento senza ragione. L'ACI risponde di rimpiatto che: “Il PRA è lo strumento unico per la salvaguardia e la tutela dei diritti per tutti gli autoveicoli e lo Sportello Telematico dell'Automobilista ne è la naturale derivazione”. La querelle non finisce mica qui, conUNASCAchericorre al TAR per “congelare” la norma varata dai Ministeri di Economia e Giustizia che “prosciugherebbe” i portafogli degli automobilisti italici per un totale di 40 milioni, euro più, euro meno. Un rincaro per più parti “sociali” totalmente ingiustificato, in quanto violerebbe il “principio di eguaglianza”, con l'ACI che “batte cassa” non solo sui servizi che diligentemente eroga presso gli sportelli del PRA, ma anche su quelli autonomamente gestititi dalle agenzie e dagli studi di consulenza. Il decreto difatti prevede che il cittadino paghi, in ogni caso, le nuove tariffe all'ACI: sia che si rechi in un'agenzia, sia che faccia visita agli uffici del PRA. Un controsenso “brutto e cattivo” insomma che nascerebbe dall'esistenza di due archivi ridondanti, quello della Motorizzazione gestito dal Ministero dei Trasporti e quello del PRA gestito dall'Automobil Club d'Italia. La gravità della cosa è ancor più evidente con l'introduzione dello Sportello Telematico dell'Automobilista, le agenzie si sono sostituite, di fatto, al PRA nell'eseguire oltre il 75% delle pratiche automobilistiche, caricandosi dei relativi costi di gestione del servizio per quegli automobilisti. Un giro d'affari pagato dagli utenti per l'imposta provinciale, le doppie tasse e i doppi costi di gestione, quasi 2 miliardi di euro all'anno. A questo punto il verdetto finale” spetta ai togati del Tribunale Amministrativo Regionale che dovranno decidere se accogliere o meno l'esposto UNASCA! Alla fine ne rimarrà soltanto uno come in "Highlander"?
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