Attualità
Di questi tempi di crisi e portafogli magri, anche pagare il bollo auto sembra diventata impresa ardua, per un mezzo che tanto si svaluta ogni anno che passa!
Una tassa “agevolata”, un ente pubblico “doppione” che dallo Stato preunitario ci costa più di 200 milioni all'anno per “mantenere” oltre tremila dipendenti e cento società “controllate” lungo tutto lo Stivale per “tenere” in ordine un registro e servizi perlopiù inutili: questa è l'ACI-PRA! Un regio decreto del 1927, istituisce il Pubblico Registro Automobilistico (in gergo tecnico abbreviato in PRA, ndr), gestito dall’Automobile Club d’Italia, che si occupa di certificare la proprietà di tutti gli autoveicoli immatricolati in Italia. Guarda caso, un analogo registro che certifica il possesso di una automobile e’ ben tenuto dal 1992 dalla Motorizzazione Civile e dal Ministero dei Trasporti, dal momento dell’immatricolazione e dalla targatura con la carta di circolazione. Praticamente la solita duplicazione di strutture e produzione di documenti “all'italiana”, che ha il merito di rendere piu’ complicate costose e lunghe tutte le procedure burocratiche per ogni conducente e contribuente del Belpaese. Gli enti inutili specialmente in Italia si sa, prosperano “ab aeterno”! Tentativi legali, iniziative pubbliche e pure referendum costituzionali per l'abolizione del PRA, in questi ultimi anni, ce ne sono pure stati, ma risolti come sempre senza esito alcuno. Eppure ogni cittadino avrebbe potuto sicuramente risparmiare un bel po’ di euro per ogni passaggio di proprietà. E non finisce mica qui, la gabella misteriosa ed occulta da centinaia di milioni di euro annui, rappresenta una formidabile assicurazione sulla vita per un sempre più esclusivo “club dell'auto” che oltre a gestire per legge, una funzione statale, riscuote pure il bollo auto! ACI ha incassato lo scorso anno ben 40 milioni di euro, che sommati ai 190 ottenuti grazie alla gestione del Pubblico Registro Automobilistico fanno più di 230 milioni, ai quali vanno sommati i 15 milioni di ricavi dalle amministrazioni statali e dalle Regioni per i servizi di infomobilità. Totale del fatturato “pubblico”, ben 245 milioni, quasi l’85% delle entrate complessive. In tempi di crisi economiche "sempiterne" e “spending rewiew” quotidiane, l'ACI PRA risulta appena “sfiorata” dal “Decreto del Fare”, per cui ogni automobilista non deve più comunicare le perdite di possesso ed i cambi di residenza, che sono già acquisiti d’ufficio. Di fronte ad una situazione “degenere”, qualsiasi governo o Parlamento del mondo, avrebbe già eliminato l'atavica italica “stortura” con precisi correttivi e mirati provvedimenti in tempo utile. Ed invece i politici “nostrani” cosa fanno? Lo scorso 21 marzo 2013 il dimissionario governo “tecnico” Monti, incredibile ma vero, decretava addirittura, un aumento delle tariffe spettanti al “carrozzone” ACI-PRA! Evidenti discrasie sui conti, sistematiche irregolarità amministrative, cifre folli per gli emolumenti dei manager e investimenti “fantasma” del proventi del bollo auto, ben descrivono l’anomalia. La coesistenza del "doppio registro” costituisce tuttora una superflua duplicazione delle procedure di immatricolazione e di trasferimento della proprietà di autoveicoli per un aggravio maggiorato degli oneri a carico di tutti! E se fino a qualche tempo fa l'economia ancora girava per il verso giusto, lo stallo ultimo del mercato auto, ha fatto emergere, tutto il peso di una struttura troppo “pesante” che non è più possibile “sostenere” pubblicamente. “Chi prenderà provvedimenti? Ai nostri politici l'ardua incombenza. Fate presto però, gli italiani vi ringrazieranno”.
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