Norme Europee
In arrivo un sistema coordinato dall'Unione Europea di agevolazioni e di incentivi fiscali ai consumatori per l'acquisto di auto verdi o ibride a zero emissioni.
Un sistema di incentivi fiscali ai consumatori italiani ed europei per poter comprare finalmente l'auto elettrica. E' questa una delle ipotesi su cui l'UE sta lavorando per sostenere tutto il settore auto organizzando una serie di incontri tra sindacati e le maggiori case produttrici mondiali. Niente aiuti statali, che non sarebbero compatibili con le norme dell'Unione Europea sulla concorrenza, né tantomeno incentivi alla “rottamazione” (termine quanto mai abusato ultimamente, ndr), ma veri aiuti ai cittadini che vogliono acquistare un veicolo totalmente “pulito” a zero emissioni (elettriche, ibride, a gas, metano, senza preferenze, ndr). Le statistiche sono al rialzo, dopo una partenza "falsa" nel 2011, anno in cui sono stati immatricolati appena 60mila nuovi autoveicoli elettrici, in tutta Europa meno di 11mila, tra cui appena 305 unità in Italia. In controtendenza i primi 4 mesi del 2012, dove le auto “verdi” vendute nel BelPaese erano già 164, in crescita dell'85% rispetto allo stesso periodo del 2011. La strategia di Bruxelles per salvare l'auto verde o ibrida sono: cooperazione, assistenza per le chiusure degli impianti, fondi per innovazione e ricerca, oltre a sostegno a incentivi pubblici orientati ai consumi e più attenzione negli accordi commerciali con i paesi terzi. Esiste una volontà da parte di tutti i paesi UE a cooperare ad una strategia a difesa dello sviluppo del settore, ricorrendo solo dove necessario a ristrutturazioni, puntando soprattutto sull'occupazione. Ci sarà un coordinamento attivo tra le parti, ma senza quote di produzione imposte dall'alto, lasciando le imprese “libere” di fare le loro scelte. Tutti e 27 i paesi dell'Unione cercheranno una cooperazione informale, con un forte sostegno per lo sviluppo del piano strategico denominato “Cars 2020”. Nessun aiuto “strutturale” all'industria automobilistica, si potrà però puntare su incentivi di stato ai consumatori per l'acquisto di veicoli a zero emissioni. Fondi dell'Unione saranno disponibili per la ricerca e l'innovazione, oltre che per la gestione della riduzione della capacità produttiva. Proprio su questo l'Europa è pronta ad una task force, in modo da seguire l'impatto di chiusure o ridimensionamenti significativi degli stabilimenti auto ed ottimizzare l'uso dei fondi sociali. Saranno infine effettuati "test di competitività" prima di stringere nuovi accordi commerciali con paesi asiatici come Corea o Giappone. Il riferimento è ai “patti di libero scambio” con la Corea del Sud, già stipulati, e che non hanno convinto diversi costruttori europei.
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