Attualità
Sarebbe il caso di avere un occhio di riguardo per la conservazione della flora nazionale evitando l'ennesimo taglio selvaggio alle tante piante, brutalmente estirpate ai bordi delle carreggiate. Normative sbagliate obbligano all’abbattimento sistematico delle alberate fuori e dentro il centro!
“Gli alberi sono le braccia che sorreggono il cielo. Quando avremo tagliato l'ultimo albero, il cielo ci cadrà addosso”, questo bel proverbio “indio” dovrebbe già farci capire che con la Natura non bisogna scherzare! In Italia, il nuovo Codice della Strada e il suo regolamento attuativo vietano ai privati di impiantare alberi, fuori dai centri abitati, a una distanza dal confine stradale inferiore all’altezza massima che la pianta potrebbe raggiungere a maturità (40mt per un pioppo, 25-60 mt per un eucalipto, 40 mt per un platano, 30 metri per un tiglio, etc). Il limite minimo di 6mt vale unicamente per le piante mature inferiori a tale altezza. I regolamenti non fanno distinzione "di strada", quindi la legge vale sia per le autostrade multicorsia che per le vie secondarie, per le piste ciclabili e le aree pedonali. Non il Codice stradale, ne altri regolamenti attuativi, a vario titolo, si occupano dello stato delle piante ubicate sul ciglio della strada, la cosidetta “fascia di pertinenza”, sono state dimenticate altresì le alberate extraurbane. La situazione ai bordi delle carreggiate nel Belpaese è sempre più malandata e la salvaguardia non può più essere rimandata ma urgentemente delegata allo studio di leggi, circolari e sentenze ad-hoc! Fino alla metà del secolo scorso moltissime arterie viarie italiane statali, provinciali e comunali erano ancora accompagnate dalle antiche alberate napoleoniche o piantumate prima della Seconda Guerra Mondiale. Dal 1950 l’esigenza di ampliare ed allargare le sedi stradali per obbedire all’aumento del traffico veicolare, ha portato all’abbattimento di buona parte degli alberi, soprattutto lungo le vie extraurbane principali. In particolare, dal 1964, a fronte di una serie di gravi incidenti stradali, è cominciato l’abbattimento sistematico delle alberate sopravvissute fuori dal centro, orrenda prassi fortunatamente "stoppata" quasi sul nascere, da una circolare del Ministero dei Trasporti, che prevedeva anche il reintegro delle piante abbattute e malate. Tornando ai giorni nostri, nel 2010 una sentenza della Corte di Cassazione aveva condannato proprio l’Anas per un mortale frontale di un auto contro un albero, vieppiù "esteso" il divieto di piantumazione vicino al ciglio della strada e assegnando allo stesso gestore il compito di far osservare rigorosamente il precetto. Sulla scia dell'accaduto molti comuni e pubbliche amministrazioni italiane hanno ricominciato a tagliare, tagliare e tagliare senza ritegno. Con l’attuale quadro normativo, moltissime alberate verranno progressivamente abbattute dagli enti “gestori” per eliminare possibili azioni legali nei loro confronti. Anche nella migliore delle ipotesi, non potendo ripiantare gli alberi effettivamente malati, le alberate sopravvissute sono inesorabilmente destinate a scomparire. Norme europee a confronto: in Francia è possibile la piantumazione lungo tutti i "boulevards" statali, con un limite di 2 metri per le strade private. Ancora più "open" è la normativa inglese nel merito, ove all’ente gestore è consentito "piantare" su tutte le strade, comprese le rotatorie. Nessuno in conclusione, penserebbe o vorrebbe mai “alberare” autostrade o superstrade, ma almeno che si rispetti e difenda l'Ambiente circostante accrescendo il verde lungo le piste ciclabili, le strade secondarie ed i sentieri extraurbani. Crediamo sia un doveroso atto civico oltre che una dimostrazione pratica di reale Mobilità Consapevole!
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