Mai più rom e sinti per le strade romane!

Uomini e donne, nomadi, clochard e altri "santi bevitori" che abitano da sempre nelle loro “case mobili” senza mobili, dal Gianicolo al Testaccio, fanno gli affari delle mafie cooperative, feriscono al cuore il blasone della città e limitano la pazienza atavica dei cittadini tutti. Illegalità diffuse, turpi omicidi, occasionali stupri, rapine e infrazioni varie fanno da corollario al divampare delle polemiche del dopo “Mafia Capitale”. La Municipalità s'è finalmente desta e s'impegnerà scrivendo la parola “fine” al nomadismo su camper e affini. E' il momento giusto per dire basta, per salvare queste “vite vissute" assolutamente perdute, senza allacci di acqua e luce, fornendo a breve a tutti quelli che faranno richiesta veri alloggi, donati da diverse associazioni assistenziali e caritatevoli a vantaggio dei meno fortunati. Assieme alle migliaia di proteste-appelli shock di cittadini capitolini sull'orlo di molte crisi di nervi (che più e più volte hanno chiesto a voce alta lo sgombero delle strutture, ndr), ai dossier dei politici di maggioranza e opposizione, all'impegno delle varie amministrazioni per il rispetto della legalità, della sicurezza e dell'accoglienza, le richieste di intervento per disciplinare ed arrestare “la barbarie” arrivano da più parti. I primissimi dati forniti dagli operatori delle "politiche sociali" ci informano che su 130 roulottes con 170 utenze, i nomadi e i senzatetto che hanno accettato di lasciare le loro vecchie “carovane” per un posto in una nuova “casa famiglia”, sono una trentina, appena il 15% del totale. Non essendo interventi coatti o misure repressive o coercitive, ma proposte meramente assistenziali, chi da sempre abita “on the road” è più portato ad opporre diniego a tali proposte che modificare le proprie "brutali" abitudini, cambiando radicalmente "modus vivendi et operandi". La maggior parte dei “clochards” che abitano nelle loro case "stazionanti" e mal parcheggiate tra il centro e la periferia dell'Urbe, affermano di vivere benissimo dove si trovano e di non avere alcuna intenzione di lasciare le loro umili fatiscenti dimore. Tralasciando per ovvii motivi, quelli che "pregiudicati" si trovano agli arresti domiciliari e che non possono di fatto lasciare la propria "abitazione". Ogni tentativo di offrire una casa ed una degna assistenza alle fasce più fragili e deboli, ma non risolve nè disciplina il fenomeno. Servizi sociali e polizie locali si stanno organizzando congiuntamente per avviare le rimozioni e le rottamazioni di camper posteggiati “in barba” al nuovo Codice della strada o con irregolarità amministrativi di diverso tipo. Chi vivrà a Roma, vedrà se il problema dei senza fissa dimora e del nomadismo selvaggio prima o poi si risolverà!