Attualità
La cancelliera piu' potente, amata e odiata di tutti i tempi, ha visitato gli stand del nuovo Salone dell'Auto di Francoforte il primo giorno di apertura al pubblico, approfittandone mediaticamente per chiedere all'industria auto tedesca di accogliere in "catena di montaggio" i migranti piu' meritevoli ed altamente istruiti!
"Tutto e' bene quel che finisce bene, forse, per la Germania!". "Cosi' parlo' Zarathustra?". "Lo disse Nietszche?" Nein. La protagonista assoluta sulla scena politica mondiale, adesso e' solo lei, Frau Merkel, basta la parola. La sua e' ultimamente una viva-voce salvifica pro migranti. Sara' quindi davvero finita con l'approdo in Germania, terra promessa del nuovo millennio, l'odissea degli ultimi esuli di guerra in cerca d'asilo e tanta voglia d'Europa? Quale miglior occasione per Angela Merkel, l'ex ricercatrice di fisica, da qualche anno potentissimo cancelliere del Bundestag tedesco, per presentarsi al vernissage d'apertura del Salone dell'Auto di Francoforte e chiedere, all’industria automobilistica tedesca prima e ripetere alla stampa internazionale poi, di intensificare ogni sforzo per iniziare l'integrazione ed avviare le politiche di accoglienza dei migranti, specialmente gli aventi passaporto siriano e un grado di istruzione particolarmente alto. “Ovunque vi sia la possibilità di andare incontro alle persone, vi incoraggio a farlo”, ha ribadito col solito piglio deciso ai costruttori di autoveicoli teutonici. Ancora più esplicito il seguito della “supplica” con la spinta ad offrire nuove opportunità formative e occupazionali agli appartenenti all'ultima “ondata” di rifugiati. Il problema dei transfughi delle guerre e dalle carestie del Terzomondo, oggi come oggi, e' molto delicato e sulla bocca di tutti: 200mila i nuovi ingressi soltanto nel 2014, con previsioni quadruplicate per l'anno in corso e stime più realistiche attorno al milione entro dicembre in Germania. Anche se sul fronte politico “interno” la stessa signora Merkel inizia ad avere una parte dei Lander della propria coalizione, in aperta contraddizione e gli stessi profughi non sono accolti a "braccia aperte" e porte spalancate proprio dappertutto. Dalla Francia “piovono pietre” ed accuse pesanti con l'accusa di aver aperto le frontiere a tutti questi "povericristi" perché alla ricerca di “manovalanza a basso prezzo”, o “nuovi schiavi” da accogliere per far sembrare “grande” e magnanimo solo il suo paese. L'industria automotive “allemana” dal canto suo, nel 2014 occupava più di 800mila persone, con posti di lavoro in aumento ed una continua ricerca di nuovi operatori capaci ed addetti qualificati. Nella massa "informe" dei profughi, secondo le ultime statistiche, appena 1 su 7 ha conseguito una laurea magistrale, e quasi il 70% non ha alcuna preparazione scientifica specifica. L’integrazione è la "grande scommessa" per il futuro di Angela Merkel e viceversa, un affare certo, ma senza dubbio impegnativo e il mercato automotive potrebbe essere la chiave "di volta" per la riuscita del piano “Made in Germany”. Senza ricorrere ad assunzioni di massa, perché a gente senza cultura e senza preparazione, come già accaduto in passato, i marchi teutonici più famosi e blasonati, preferiscono richiamare in servizio gli ex pensionati. La “prima ministra” ha fatto cosi' appello a tutto il “senso di responsabilità” dell’industria automobilistica privata e dell'opinione pubblica tedesca, cogliendo l'occasione per mettere il paese di fronte a nuove sfide, iniziando in primis ad integrare i nuovi esuli di guerra. Bisogna crederci, bisogna crederle. Al Salone di Francoforte 2015 erano presenti più di mille marchi ed espositori di 40 paesi, un terzo in più rispetto alla passata edizione. Se non vi basta questo come conferma del perfetto stato di salute, economico e sociale della Germania attuale, la morale per loro e' sempre quella: “Arbeit, Arbeit, Arbeit!”.
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