Attualità
Volete rivendere il vostro "usato sicuro" all'estero? Paesi extra UE o entro i confini comunitari? Ecco tutto quello che bisogna sapere per vendere auto usate all'estero: contributo Iva, fatture, documenti e possibili rischi!
Fino al 2014 era molto più semplice vendere l'auto usata all’estero! Bastava in poche parole consegnare targa, libretto di circolazione e certificato di proprietà e chiedere la radiazione dal PRA causa esportazione dell'autoveicolo. Da allora il mezzo in questione non era più autorizzato a circolare in Italia. Ciò che avveniva dopo, non era più "affare" della burocrazia italiana.
La nuova Circolare n. 4202 del 3 Luglio 2014 cambia tutto e impone che, prima della radiazione dell'auto per l’esportazione dal registro italiano, la vendita sia conclusa e la vettura sia effettivamente uscita dall’Italia e giunta a destinazione.
Senza la consegna al PRA della copia dei nuovi documenti quindi, non ci sarà la radiazione. L'auto continuerà ad appartenere al vecchio proprietario, che dovrà pagare il bollo ed eventualmente l’assicurazione. Tutto ciò ha reso più difficile e costosa l’intera procedura soprattutto per la necessità di contrastare la violazione delle norme antinquinamento. Molti radiavano la propria autovettura e poi l’abbandonavano da qualche parte, senza farla demolire secondo le procedure previste dalle norme europee. Oppure la immatricolavano dopo qualche anno come auto d’epoca, evitando di pagare il bollo.
Come vendere auto usate all’estero? Se il veicolo è già stato esportato in un paese dell’Unione Europea ma non ancora reimmatricolato, oltre alle vecchie targhe, al libretto e al certificato di proprietà, bisognerà consegnare la fotocopia del documento di trasporto (chiamato lettera di vettura internazionale, compilata dall’impresa di spedizione). Il documento oltrea ad indicare il numero di telaio e della targa italiana, integra la ricevuta di consegna da parte dell’acquirente straniero. Se il veicolo è già stato reimmatricolato, vanno invece presentati la targa italiana e la carta di circolazione estera, oppure un’attestazione da parte dell’autorità straniera dell'avvenuta reimmatricolazione.
Nb: in molti paesi esteri, per poter reimmatricolare un’auto, è necessario il certificato di radiazione proveniente dal paese di origine. L'iter per la vendita ad un acquirente di uno Stato non appartenente all’Unione europea è simile. Se il veicolo non è ancora stato reimmatricolato e non si possiede la lettera di trasporto, si può consegnare una fotocopia della bolla doganale, la bolla doganale del paese di destinazione o la vidimazione della dogana estera sulla carta di circolazione italiana o sul certificato di proprietà.
Se la vettura è stata già reimmatricolata, vi servirà la copia della carta di circolazione estera o una dichiarazione dell’autorità straniera di avvenuta importazione. Se i documenti sono scritti in lingua straniera, va allegata anche la traduzione certificata dall'ufficiale giudiziario. Il traduttore dovrà presentare una dichiarazione giurata davanti al funzionario, il quale la convaliderà. Se la vettura viene venduta ad un concessionario estero, può essere accettata anche una sua attestazione di avvenuta importazione, accompagnata da copie del documento di trasporto e della fattura. Se il documento è scritto in lingua straniera, serve la traduzione. Se l’auto da esportare è sottoposta ad un fermo amministrativo, sarà necessario prima cancellare il fermo risarcendo le somme dovute. Se è sottoposta ad ipoteca, sequestro o pignoramento, servirà prima un atto comprovante l’assenso alla radiazione da parte del creditore o dell’autorità. La richiesta di vendita dovrà essere effettuata dall’intestatario dell’auto da vendere o dai suoi eredi, allo Sportello Telematico dell’Automobilista, in ogni agenzia di pratiche automobilistiche, oppure negli uffici della Motorizzazione. Se la richiesta non viene firmata davanti al funzionario, va allegata anche la copia di un documento d’identità dell’intestatario. Se si esporta la vettura guidandola direttamente al luogo di destinazione, è possibile fare la richiesta anche al Consolato d’Italia della nazione estera in cui è stato esportato il veicolo.
I rischi nella vendita di un’auto per esportazione restano sempre in agguato e sono sempre collegati alle truffe attuate da acquirenti stranieri, di paesi extra-UE o anche comunitari, dediti ad attività illecite e riciclaggio. Attenzione alle richieste che il potenziale acquirente effettua, a partire delle modalità di pagamento. Verificate la veridicità, di ogni assegno circolare, recandovi in banca con i nome del soggetto che stacca l’assegno e il numero identificativo. In caso di vendite di auto usate ad aziende, non limitatevi a una visura camerale sull’esistenza effettiva dell’azienda, controllate anche dove sia la sede e che non corrisponda a un’area fittizia. Diffidate da chi vuole acquistare un veicolo da stati africani o dall’Est Europa e di quanti offrono cifre superiori per l’acquisto del vostro veicolo, il più delle volte di basso valore, chiedendovi poi la restituzione dell’extra pagato: è un sistema di riciclaggio di denaro di provenienza incerta. Diffidate da quanti sono pronti ad acquistare l’auto senza nemmeno provarla né visionarla di persona. Nelle transazioni di vendita di auto usate all’estero, con differenze nella cessione di auto usate extra UE e vendita di auto usata a privato UE, è importante capire il regime applicabile sull’IVA da parte del concessionario venditore. E' da considerare "auto usata" un veicolo immatricolato per la prima volta da più di 6 mesi che abbia percorso più di 6mila Km. Se il venditore italiano cede l’auto a un soggetto di uno stato membro UE che applica il regime del margine, allora la vendita si considera come effettuata all’interno dello Stato del cedente, in Italia, nel nostro caso, di chi vende all’estero. Si dovrà emettere fattura senza scorporare l'Iva ma indicando la dicitura “Regime del margine - beni usati”. Non è applicabile il regime del margine nemmeno nel caso di vendita a soggetti acquirenti extra UE: chi esporta l’auto usata deve emettere fattura senza scorporare l’Iva e indicando il margine non imponibile, seguito dalla dicitura “Operazione non imponibile” e le norme di legge relative. Il regime del margine si applica quando un veicolo è acquistato senza detrarre l’Iva e nel momento della rivendita la stessa è pagata solo sulla differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto del veicolo. La richiesta di esportazione costa: 45 euro d’imposta di bollo; 10 euro di diritti Motorizzazione per le sole esportazioni interne all’Ue, più il bollettino postale. Se ci si rivolge ad un’agenzia di pratiche auto, ovviamente va aggiunta anche la relativa tariffa, a mercato libero. Si va mediamente dai 100 ai 150 euro. Chi acquista un’automobile usata da un privato, non dovrà pagare l’Iva, né nel paese in cui ha effettuato l’acquisto né nel suo paese. Chi possiede un’auto usata di infimo valore, non avrà più convenienza a sottoporsi ad un tale inferno burocratico. All’automobilista comune converrà quindi sempre venderla in Italia o “darla dentro” ad un concessionario per acquistarne un’altra. Chi non ha i mezzi per comprare un’altra auto, dovrà continuare ad usare quella vecchia oppure demolirla!
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