Col semaforo rosso ci si deve fermare

Per essere multati sicuramente severamente se proseguite la marcia lo stesso col semaforo rosso, non servono ne immagini in alta definizione dell'infrazione, ne contestazioni immediate, basta il "parere positivo" del vigile locale. E' il principio con cui una sentenza del Tribunale di Reggio Emilia ha accolto l'appello presentato dal Comune contro l'annullamento del verbale della polizia urbana accertato con dispositivo Autostop K20 (strumento portatile per la rilevazione fotografica del transito di incroci con semafori in presenza della luce rossa, ndr), a carico di un automobilista sorpreso a proseguire la marcia ad un incrocio, nonostante l'alt obbligatorio imposto della vivace luce color amaranto. La sentenza del Tribunale, chiarisce che l'infrazione è stata rilevata da pubblici agenti, presenti nelle vicinanze dell'incrocio semaforico. Questi ultimi attestando senza “ombra” di dubbio e di prima mano, di aver osservato transitare il veicolo sotto il semaforo con luce rossa chiaramente accesa, hanno già implicitamente convalidato il verbale (assicurandolo con “fede privilegiata”, ossia con una dichiarazione ufficiale nell'adempimento delle proprie mansioni, ndr). All'opponente non è mai consentito, se non con il metodo molto “speciale” della querela per falso, dedurre censure diverse concorrenti a quanto attestato dallo stesso. Quindi non è necessario alcuno strumento tecnico, quale la fotografia, che costituisce solamente un semplice ausilio per facilitare il lavoro degli agenti verbalizzanti sul posto. Di conseguenza la foto, eventualmente prodotta dallo strumento elettronico (ancorché con targa non visibile), non costituisce prova contraria a quanto dichiarato dai vigili. La contestazione immediata è esplicitamente esclusa dal nuovo Codice della Strada, qualora sia rilevato l'attraversamento di un incrocio con il semaforo rosso, a prescindere da qualsiasi ulteriore movente.

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