Mobilità Consapevole
Per farlo entro il 2020, la capitale transalpina vuole addirittura triplicare la mobilita' sulle due ruote dal 5 al 15%. Il servizio di bike-sharing registra quasi 100mila iscritti al giorno!
L'attuale “prima cittadina” della città degli innamorati vuole allargare alle due ruote l'emblema della capitale francese. Dopo “Vélib”, l'esperimento di mobilita alternativa ciclabile, partito quasi 10 anni fa, ed oggi considerato “fiore all'occhiello” ed insieme “punto di non ritorno” della conversione del traffico cittadino in chiave eco-sostenibile, un piano quinquennale dal gennaio 2015 al 2020, metterà in pratica alcuni provvedimenti a tinte ecologiste “forti”: iniziando dalla moltiplicazione dei finanziamenti destinati alle infrastrutture ciclabili della “Ville Lumiere” attorno ai 20 “arrondissements” della capitale (i precedenti 25 milioni di euro tra il 2008 e l'anno in corso, sono stati definiti “briciole” e “vergognosi” dalla maggioranza dei cittadini e dalla minoranza parlamentare, ndr). Parigi diventerà la città europea più amica dei ciclisti, che soffrono ancora di diversi “complessi d'inferiorità” rispetto alle automobili, malgrado solo il 10% degli quasi 9 milioni di spostamenti interni, a Parigi, siano su veicoli a motore, contro il 32% di chi usa i mezzi pubblici ed il 55% di chi sceglie di andare a piedi o in bicicletta. Si vuol “triplicare” l'utilizzo delle due ruote dal misero 5% attuale, fino al 15%-20% prossimo nel giro di 10 anni (surclassando cosi Berlino, dove già oggi il 14% degli spostamenti avviene in bici, grazie alla “pancia piatta” della città teutonica, ndr). Altra misura prevedibile, molto possibile ed immediatamente realizzabile per innalzare il livello di sicurezza stradale e preservare i ciclisti, sarà l'estensione del limite dei 30 orari alle auto all'hinterland della “citta luminosa”. In tal modo il circolo virtuoso porterebbe sempre più bici e sempre meno auto “dans la rue”, rendendo il traffico cittadino molto più tranquillo e azzerando i livelli degli inquinanti atmosferici e acustici. Ampliare il numero dei parcheggi per le due ruote utilizzando all'occorrenza gallerie e tunnel stradali scevri dal “viavai” urbano e riconvertiti a parcheggi di sicurezza coperti. I quasi 1000 Km di piste ciclabili non bastano e saranno aumentati e ridisegnati dal punto di vista architettonico e del design. Sui boulevards e sulle grandi arterie viarie, le bici viaggeranno fisicamente separate da moderni guardrail e divisori, dalle automobili (scompariranno per intenderci tutte quelle all'italiana, segnalate solo da pittogrammi sull’asfalto, ndr). Cosi facendo, l'amministrazione pubblica cerca di rispondere concretamente e positivamente alle diverse associazioni di ciclisti che da tempo chiedono una “circolazione dolce” e di riservare loro un passaggio o una porzione di marciapiede, per circolare più sicuri, sui grandi viali. Prevediamo presto tutti "ensamble" in bicicletta sulla Senna, sotto l’Arc de Triomphe e su e giù per gli Champs-Élysées, luoghi "sacri" per i francesi, che ancora non stati “inclusi” nel tour eco-sostenibile, ma se davvero vuole conseguire lo scettro di capitale “regina” delle due ruote, dovrà fare questo ed altro. “Oramai, Rien Va Plus!”.
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