Mobilità Consapevole
La Pubblica Amministrazione italiana da norma europea dovrà dotarsi già dall'inizio del 2020 di veicoli ad alimentazione elettrica per il 70% del parco macchine circolante, ma adesso mancano i fondi per le stazioni di ricarica!
“Senza lilleri, non si lallera!” sarebbe il caso di scrivere anche e soprattutto di dire, quando si parla di cambiamenti ed innovazioni epocali a livello nazionale! Siamo alle solite, se gli altri stati europei accellerano, noi sempre gli ultimi della fila! Mancano di fatto ingenti fondi per la costruzione di migliaia di nuove stazioni di rifornimento per veicoli elettrici. Rinviata a dopo l'Estate, l'approvazione della normativa che obbligherà ogni Pubblica Amministrazione italiana a dotarsi dal 2020 di auto elettriche di servizio per il 70-80% del parco veicoli da rinnovare, praticamente 7 auto su 10 acquistate dallo Stato dovrebbero essere alimentate a batterie già dal 1 Gennaio! E meno male che sono state escluse dall'obbligo le amministrazioni che usano le proprie auto per motivi di sicurezza e ordine pubblico, quali Ministero dell'Interno, della Difesa, Vigili del Fuoco e tutte quelle che erogano servizi di emergenza sanitaria e sociale. Il Senato della Repubblica è stato tra le prime istituzioni a dotarsi di veicoli elettrici in sostituzione delle ben note, costosissime e stravecchie auto blù per i soliti privilegiati a carico dei soliti contribuenti. L'obbligo per la Pubblica Amministrazione di dotarsi di auto elettriche adesso va a "cozzare" clamorosamente contro la costruenda rete di ricarica rapida sul territorio nazionale. Il Ministero dei Trasporti aveva promosso uno specifico piano per la ricarica elettrica che si pone, per il 2020 l'installazione ex novo di 20 mila stazioni di rifornimento, calcolate rispetto ad un parco auto ecologiche di 50-150 mila nuovi mezzi. Al momento sempre secondo i dati in possesso al Ministero dei Trasporti sono stati installati appena 2000 punti di ricarica pubblici, e ne sono stati individuati altri 2000, in aree private con accesso aperto al pubblico che saranno costruiti senza finanziamenti statali. L'obbligo europeo rende dunque urgentissima, la necessità di una capillare presenza di punti di ricarica, a fronte di una innovazione destinata a rivoluzionare l'intera mobilità nazionale. Attualmente quasi tutte le Regioni italiane hanno presentato dei propri progetti per diventare “sostenibili”. Dopo che la Corte dei Conti annuncia e conclama il pauroso ritardo delle istituzioni, il CIPE, ovvero il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha testè approvato accordi di programma per concentrare gli "interventi" sulla realizzazione del piano nazionale ricariche. Vi ricordiamo che le auto elettriche immatricolate lo scorso anno sono state appena 1.373, ovvero lo 0,1% del totale, nonostante da più parti se ne invochi l’utilizzo su larga scala per evitare di inquinare ancor di più coi derivati del petrolio e del carbone. “Ce la faremo a muoverci e ricaricare in tempo o dovremo pagare le solite penali all'Europa?”.
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