Ecco le famose strisce blu "selvagge"-scuolaguida.it

Le multe per chi è beccato sulle strisce blu senza l’apposito “bollino” sono molto più frequenti di quanto si pensi, in centro come in periferia. A differenza di quanto affermano le associazioni a tutela dei consumatori su due o quattroruote, non sempre è cosi “automatico” vincere un ricorso ed evitare salate ammende. Esaminiamo dunque, gli elementi chiave ai quali "appellarci" senza problemi: in prima istanza, come comportarsi con le contravvenzioni comminate dagli “ausiliari del traffico”. Sono valide o no? Le amministrazioni pubbliche in tempi di crisi di bilancio perenni, assumono sempre più personale ausiliario “a gettone” - risparmiando sugli stipendi e sperando di “far cassa” - aumentando il controllo e il numero delle multe sulle auto in sosta sulle strisce blu, senza biglietto o intralcianti la via alle altre. Il testo scritto della legge Bassanini (che ha introdotto questa nuova possibilità di tassazione indiretta per le amministrazioni pubbliche), non è però del tutto chiaro e gli ausiliari sono spesso “portati” a prescrivere multe per infrazioni di natura diversa, che in molti casi eccedono ed esulano dalle loro competenze. Proprio la nebulosità della normativa, consente “diverse” ma pur legittime interpretazioni, facilitando e di molto, l’accoglimento del ricorso stesso da parte dell’autorità giurisdizionale per mancanza di legittimazione soggettiva. Quando invece ci dimentichiamo di “fare il biglietto” o di apporlo davanti al cruscotto in maniera visibile, ci sono presupposti che giustifichino un eventuale ricorso? Il riferimento è come sempre da rintracciare nel Codice della Strada: ebbene, l’articolo 7 sulla “Regolamentazione della circolazione nei centri abitati”, comma 6, afferma che: ”Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata, in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”. Le aree di parcheggio a pagamento non possono essere situate all’interno della carreggiata causando il restringimento della stessa, ma di fatto sono moltissime le strisce blu che la occupano, anche parzialmente e dunque non sono da ritenersi legittime. In questi casi è utile allegare al ricorso, una documentazione fotografica che evidenzi l'area del misfatto. Il comma 8 dello stesso articolo, ci avverte espressamente che i parcheggi a pagamento sono illegittimi se nelle vicinanze non esiste possibilità della sosta gratuita, indi per cui le strisce blu devono necessariamente essere “disegnate” in prossimità di quelle bianche e viceversa. Non dimentichiamo che in molti casi, sul selciato, le strisce blu sono quasi del tutto irriconoscibili e la segnaletica insufficiente, quindi anche in caso di contestazione di questo tipo sarà l’amministrazione a dover dimostrare l’infondatezza delle anomalie del caso. Se la vostra fattispecie rientra in una di queste elencate sopra, fate subito ricorso “tranquillamente” rivolgendovi al Prefetto del luogo in cui è avvenuta la presunta infrazione. Il termine è quello “canonico” di 60 giorni -  inclusi i festivi - dal ricevimento del verbale o dal giorno in cui è stata commessa l’infrazione in caso di contestazione immediata. Potete consegnare il ricorso di persona presso il Tribunale, oppure spedirlo con raccomandata “assicurata”. In caso di “rigetto” da parte del Prefetto, potrete comunque ancora rivolgervi al Giudice di Pace (in questo caso il tempo per il ricorso si riduce ad un mese, ndr).