L'Agenzia delle Entrate può prelevare dal conto corrente gli importi dei bolli auto non pagati!

Ogni automobilista/contribuente che non farà ricorso subitaneo, subirà il pignoramento delle somme depositate in banca, anche se il bollo auto o la tassa automobilistica regionale risulta prescritta. Se non avete pagato il bollo auto, potreste subire un prelievo diretto da parte della nuova Equitalia, ovvero dall’Agenzia delle Entrate, anche se il debito è ormai caduto in prescrizione. A meno che non ci si opponga alla cartella esattoriale nel termine di 60gg, l'Erario potrà eseguire il pignoramento presso terzi senza alcun controllo preventivo da parte del Giudice. La verifica sulla legittimità della procedura è unicamente del contribuente che potrebbe anche decidere di soccombere a causa della mancanza di disponibilità economiche per il ricorso. La norma, trova eccezione, solo nel caso in cui il reddito pignorato sia costituito da una pensione. Il bollo auto è una tassa che per chi non è pratico di adempimenti fiscali spesso confonde il versamento del bollo con l’assicurazione obbligatoria e, dopo aver regolarizzato la polizza annuale, omette invece gli oneri tributari. Chi non è in regola con il bollo degli anni precedenti potrà comunque continuare a circolare col proprio autoveicolo ma riceverà un avviso di accertamenti da parte della Regione. Ad esso seguirà la cartella esattoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso del mancato pagamento del bollo auto, il divieto di circolazione deriva solo dall’eventuale fermo amministrativo che l’Agente della Riscossione potrebbe iscrivere al fine di recuperare gli importi dovuti. La Cassazione conferma che il termine di prescrizione valido per il bollo auto è sempre di 3 anni, ma c’è ancora qualche tribunale che la pensa diversamente. La legge impone all’Agenzia Entrate riscossione di notificare la prima cartella per il bollo entro 2 anni da quando la Regione abbia iscritto a ruolo, il tributo non versato dal contribuente. Se lo fa dopo, la cartella è da ritenersi illegittima. L’effetto è identico a quello della prescrizione, il contribuente non deve pagare, ma in entrambi i casi deve fare ricorso al giudice per ottenere l’annullamento del pagamento. Se non lo fa, la cartella diventa definitiva e anche se illegittima, va pagato o saranno guai! La legge attribuisce all’Agente delle Entrate il superpotere relativo al prelievo diretto del conto corrente del debitore, con un atto notificato tanto al debitore quanto alla banca, con cui ordina a quest’ultima di trattenere le somme pignorate e di versarle direttamente sul proprio conto se il contribuente non pagherà entro 60 giorni. La procedura si svolge tra l’esattore, la banca ed il contribuente, senza il controllo di un giudice a verificare se l’importo sia stato prescritto o meno. Se il contribuente dovesse ritenere che la pretesa dell’agente riscossore sia legittima, subirebbe il prelievo diretto dal conto corrente benché non debba pagare. Perché il giudice possa intervenire e bloccare il pignoramento è necessario che il soggetto si opponga, azioni il giudizio, anticipi i soldi e faccia valere la prescrizione. Ma perché ciò avvenga è necessario anche che sia informato, cosa che spesso lo sapere nel nostro Belpaese, non succede. Fate molta molta attenzione dunque alle scadenze!

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