Forse non tutti sanno che in Italia non esiste ad oggi, un sistema per promuovere e tutelare la sicurezza stradale degli autisti più giovani e dei neopatentati. All'uopo tutte le associazioni europee delle Scuole Guida propongono rivoluzionarie novità "on the road", ovvero: lezioni in autoscuola già a 16 anni e 17 anni di età, sfruttando la guida accompagnata con l'abilitazione a percorrere un determinato numero di Km ogni anno. Oppure conseguire la Patente B a 18 anni, seguita dopo un pò, da un richiamino per la verifica delle capacità di ciascuno, valutando ogni requisito psico-fisico, ovvero facendo testare attentamente, da personale preposto e qualificato, la percezione del rischio di ogni guidatore. Trattasi rispettivamente della "patente graduale" e della "patente di secondo livello", due tipi di patente "progressiva", già introdotta in diverse nazioni europee, che da Noi potrebbe contribuire a ridurre di un certa percentuale i numeri ancora altissimi di incidenti stradali mortali o con feriti gravi che coinvolgono purtroppo sempre più i giovani. In tutti i paesi della Unione Europea, la principale causa di morte tra i 15 ed i 25 anni sono i sinistri stradali. Nel 2017 nella fascia 15-24 anni, i morti sono stati 418 ed i feriti gravi ben 45mila, più del numero degli abitanti di un medio centro urbano italiano. I ventenni tra i 20 e i 24 anni risultano particolarmente a rischio in Italia, perchè dopo il conseguimento della licenza, non esiste alcun dispositivo per continuare a lavorare sulla sicurezza dei "neo" automobilisti. L'istituzione della nuova Patente Progressiva, in definitiva, vuole colmare proprio mancanza. Non solo un "incentivo" alla pratica, ma anche una serie di supporti, meeting e campagne sull'educazione stradale per fare giusta ed efficace prevenzione. Nei giovani fino ai 24 anni di età, l'errata percezione del rischio, assieme alla scarsa esperienza al volante e alle distrazioni più comuni, sono i principali fattori di rischio mortale stradale. "E' ora di...Basta!".

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