Mobilità Consapevole
Dal 2025, tra appena 10 anni, tutti i mezzi pesanti, saranno a guida autonoma e cambierà anche il lavoro del camionista “ordinario” dato che in autostrada il proprio bestione a tante ruote e molti cavalli, potrà guidare da solo, sostituendolo in tutto per tutto o quasi. Gli autisti non si lamenteranno più della monotonia dei lunghi viaggi ed in teoria anche gli incidenti per sonnolenza, pause non rispettate o semplice distrazione e stanchezza fisica, saranno ridotti ai minimi termini, garantendo maggiore sicurezza per tutti su tutte le strade. Norme europee permettendo, ogni camion funzionerà più o meno come il pilota automatico degli aerei: l’autista del tir si occuperà della fase di partenza e di arrivo, ma una volta entrato in autostrada, potrà impostare la velocità senza badare alle condizioni della strada, pur restando comodamente seduto in poltrona “di comando”. È un futuro quello appena descritto, nemmeno troppo lontano, un futuro per l'automotive “pesante” già immaginato da una nota casa costruttrice tedesca che sta da qualche anno collaudando su strada, diversi tir “prototipo” costruiti sulla base di specifiche e modernissime ricerche e la nuova tecnologia potrebbe già esordire “on the road” nel mese di Gennaio 2025. Il “truck” del futuro sarà bellamente in grado di farsi strada in completa autonomia, senza bisogno di altri “autoveicoli guida” o telecomandi speciali, (ve lo ricordate il progetto “Sartre” del 2012 in cui auto e camion seguivano ordinati un veicolo "master" capofila, ndr). Ogni camionista pilota il mezzo in autostrada alla velocità di crociera di circa 80/90 orari, il sistema “riconosce” quando e se attivare la modalità “guida automatica” e lo annuncia all’autista. Il mezzo “pesante” diventa a quel punto quasi “pensante” ed in grado di adeguarsi autonomamente alla velocità dell'autoveicolo che lo precede, (modalità del tutto simile ai “cruise control” già installati su parecchie auto nuove sul mercato, ndr). L'autoarticolato si sposterà mappando ed integrando le informazioni del gps, in tempo reale, con quelle provenienti da sensori radar, scatole rosa, videocamere intelligenti e altri sistemi di comunicazione "avanzati". All'uomo-camionista toccherà appena accompagnare il proprio tir "buono buono" in autostrada e abbozzare qualche sorpasso, per il resto potrà finalmente occuparsi d'altro: sbrigare pratiche arretrate, regolarizzare bolle e fatture prima dell'arrivo, oppure anche leggere un giornale o ammirare il panorama, soltanto ruotando di pochi gradi il suo sedile. Tutti gli utenti-agenti della strada dovrebbero trarne efficaci benefici da subito: in primis la qualità della vita della sempre vituperata categoria dei camionisti, in secundis le autostrade diventeranno molto più scorrevoli e sicure grazie ad autisti perfetti, il traffico sarà più fluido perché i mezzi pesanti, ci suggerisce la rima, manterranno velocità costanti e tutti faremo finalmente viaggi migliori e senza problemi. Siamo certi che la guida autonoma del futuro, renderà la negletta professione del camionista più ricca e meno stressante, sempre più attraente ed aperta ad una maggiore concorrenza, sperando altresì di poter risolvere il sempreverde problema della carenza di bravi autisti camionisti. Senza dimenticarci che prima di “scendere in strada”, tutti gli innovativi sistemi a guida autonoma dovranno superare prove ed ostacoli davvero impervi per non dire proibitivi negli anni, solamente di tipo normativo. Il Codice della Strada attualmente consente l'uso di sistemi automatici operanti sullo sterzo in 2 casi: per correggere la traiettoria, nei sistemi di mantenimento della carreggiata ed in presenza di velocità inferiori ai 10 km orari, per i parcheggi automatici, ma sono ancora vietatissime manovre o controlli automatici sullo sterzo alle alte velocità. Staremo a vedere se e quando le leggi vigenti saranno aggiornate o rimodulate ad hoc. Per il resto, se pensate che gli anni tra il 2025 ed il 2030 segnino la fine dei trasporti su gomma, le ultime “news” dei soliti beneinformati, non sono confortanti. Secondo tali stime, nei prossimi 20 anni la richiesta di trasporto merci, almeno nel nostro caro Vecchio continente aumenterà, udite udite del 50%, mantenendo lo “status quo” di inguaribili “sgommati”.
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