Mobilità Consapevole
Due ricercatori del Regno Unito hanno studiato un innovativo processo di “cracking” utilizzando un "magico" ingrediente come l'ammoniaca per risolvere per sempre l'unico ma finora insormontabile “ostacolo” relativo allo stoccaggio ed alla produzione di idrogeno sufficiente per avviare motori a celle di combustibile!
Rivoluzione in vista per le vere auto ecologiche ad emissioni nocive pari a zero virgola zero: le auto ad idrogeno con motore full-cell! Tutti sanno come l'idrogeno sia l'Uovo di Colombo per la mobilità sostenibile del futuro essendo il più efficiente ed il più “pulito” ma utilizzato come carburante, pone non pochi problemi per lo stoccaggio, la produzione e la creazione di una vera e propria rete distributiva capillare. Adesso una fortuita quanto fortunosa scoperta di due ricercatori britannici potrebbe far ripartire "a bomba" le quotazioni dell'auto marciante ad idrogeno! Altro che auto elettriche a batterie a lunghissima durata ma pur sempre inquinanti, qui l'esito delle ricerche sembra aver trovato la chiave di volta per risolvere ogni residuo dubbio relativo alla pericolosità “esplosiva” del nobile “elemento” chimico, il primo della tavola periodica, avente come simbolo la H e come numero atomico l'1. Miscela gassosa incolore, inodore, ma purtroppo altamente infiammabile, l'idrogeno è l'elemento più leggero e più abbondante nell'universo: la chiave è il “cracking, ovvero la reazione chimica che permette di estrarre l'idrogeno da ogni molecola di ammoniaca. Il processo di cracking è già possibile, ma con le tecniche classiche usano come “catalizzatore della reazione” metalli preziosissimi che rendono il processo irrealizzabile e non economicamente sostenibile. I “luminari” inglesi hanno finalmente “scovato” un modo di impiegare l'ammoniaca per produrre idrogeno “pulito”, utilizzando una doppia reazione con materiali molto più a buon mercato. L'ammoniaca “in buona sostanza” viene già utilizzata come materia prima per fertilizzanti, contenuta in box in plastica a bassa pressione in ogni autoveicolo ed una rete di distribuzione già avviata ed estesa pronta da utilizzare come infrastruttura anche per il settore automotive. La scoperta è illuminante e di portata mondiale, l'instancabile team di ricerca ha già chiesto "aiuto" lanciando un appello on-line alla comunità scientifica affinché altri "chimici di fama" si uniscano a loro per affinare il sistema atto ad aumentare ancor più il livello di sicurezza stradale dell'auto stessa!
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