Sicurezza Stradale
Le strade della Svezia sono le più sicure d'Europa!
Data pubblicazione : 2015-01-21
L'obiettivo della mortalità zero è sempre più vicino in Scandinavia, considerando l'aumento delle distanze minime percorse e del parco autoveicoli circolante!
Seguiamo tutti l'esempio svedese!
Come migliorare la sicurezza stradale nazionale? Perchè non prendere esempio dalla Svezia per arrivare alla mortalità zero anche nel Belpaese? Non è certo una provocazione, se dati alla mano, o meglio ancora pagine su pagine, nero su bianco, la Svezia e la penisola scandinava in generale, risultano da sempre come una sorta di paradiso terrestre dell'automobilista. Strade di centro o di periferia, arterie viarie transnazionali ove uno stato di diritto permette livelli sicurezza di eccellenza e di comfort fuori dalla norma. Le ultime statistiche ci informano che nell’ultimo anno sulle strade svedesi hanno perso la vita 264 persone (col minimo storico raggiunto di soli 3 decessi su un campione di 100.000 persone, ndr) che a noi guidatori “meridionali” appare ancor più inarrivabile, considerando l’aumento medio di vetture sulla strada e delle distanze minime percorse dai veicoli stessi. “Come ci saranno mai riusciti, vi chieredete adesso? “Ebbene, adottando un semplice provvedimento di legge”. Nell'ormai lontanissimo 1997 il Parlamento svedese approva nientepopodimeno che il “VisionO”, un severissimo piano di sicurezza stradale del Dipartimento dei Trasporti nazionale che, testuali parole: “Non accetta, ne prevede morti né feriti sulle strade svedesi”. Risultato? A partire dall'anno 2000 il numero degli incidenti stradali cala già in maniera netta e superiore alle aspettative. Ogni "via d'asfalto" è stata totalmente rimodernata ed in alcuni casi ricostruita “di sana pianta”, privilegiando la sicurezza a scapito della velocità ed interessi commerciali eventuali. Ci sono riusciti anche limitando la velocità nei centri urbani e creando ztl “vere”, protette da barriere che le separano dal traffico e dagli incroci pericolosi. La guida in stato di ebbrezza è stata semplicemente “cancellata” dalla strada e pure dai ricordi degli ultimi neopatentati, con severissimi provvedimenti penali e salatissime multe e ricorsi non ammessi. La realizzazione di strade a 3 corsie, 2 in una direzione ed una nell’altra, con carreggiate extra alternate, hanno poi consentito più sorpassi e più sicuri. Nuovi e modernissimi attraversamenti pedonali “costellati” da luci led lampeggianti e protetti con dossi artificiali “intelligenti” hanno dimezzato il numero di perdite sulle strisce pedonali negli ultimi anni. In Svezia mobilità consapevole e sicurezza stradale “viaggiano” da anni nella stessa direzione, adesso anche gli Stati Uniti sembrano prendere esempio cercando di migliorare le loro statistiche, evitando inutili incidenti e perdite mortali, zone a traffico limitato e normative contro l’eccesso di velocità hanno reso più sicure le strade delle più grandi metropoli a stelle e strisce. Da noi, lungo tutto lo Stivale, si può fare? Sarà mai possibile esportare tale “modus operandi”? Pensando alle inenarrabili lentezze dei nostri trasporti miste alle proverbiali “deficienze” dei ministeri nella realizzazione di qualsivoglia progetto, ci sembra quanto mai lontano il tempo della fine di sinistri e decessi stradali. Manca sempre e comunque una vera cultura della sicurezza applicata alla strada: patente a punti e controlli “maggiorati” non possono compiere da soli i “miracoli” sperati. Costruire infrastrutture moderne e più sicure è il primo pratico passo per non far rimpiangere più nessuno a lato di una carreggiata ed in più di uno stato europeo da almeno un ventennio è già stato fatto!
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