Mobilità Consapevole
Primi problemi e seri dubbi di gioventù per le Google car di Mountain View! I geniacci della più potente macchina da web del mondo, vorrebbero che le loro auto senza pilota fossero più “umane” e meno robot. Troppo preciso e smart il loro modello di guida per riuscire a prevedere tutte le mosse al volante a volte nonsense di noi mortali!
La notizia e' davvero ghiotta, le auto senza pilota non sono ancora sul mercato, tutti ormai le aspettiamo a breve “on the road”, ma ogni volta che sembra quasi fatta, ce ne' sempre una nuova che non smette di sorprendere l'utente medio della strada. Si narra che quelli di Google vorrebbero mandare a scuola guida proprio i loro ultimi prototipi a quattroruote col pilota automatico, non per apprendere come muoversi meglio sulla carreggiata, o come evitare lampioni e pedoni o limitare le infrazioni al Codice della Strada, quello l'hanno già imparato a fare anche troppo bene, ma altresì che imparino direttamente da “istruttori” in carne ed ossa e cervello, l'arte di “arrangiarsi” in determinate situazioni. I tecnici e gli ingegneri californiani non vedono l'ora di sbarcare sulle strade di tutto il mondo nell'immanente, ma al contempo vogliono far si che le auto a guida autonoma siano super sicure e ultra affidabili in strada. Allo scopo hanno introdotto nel processo di sviluppo, speciali sistemi di “machine learning” per farle imparare dalla propria esperienza acquisita dopo ogni uscita nel traffico. A detta degli addetti ai lavori, il problema attuale delle Google car e' davvero paradossale, ovvero la guida troppo “macchinosa”, il non sapersi adeguare al "modus operandi" umano, che a volte comprende scelte ed azioni per il “codice macchina” davvero improponibili. La strada e la circolazione, non sono entità binarie, ma un insieme di comportamenti molte volte “imperfetti” (ad esempio l'impostazione e la percorrenza in curva, mai eseguita dai comuni “autisti” terrestri, con arco perfetto e velocità costante, ma nella maggior parte dei casi, con traiettorie deviate e differenti accelerazioni, ndr). L'incapacità di prevedere in tempo reale, detti “insani” comportamenti al volante al momento, rende le auto senza pilota in un "unico senso" vulnerabili e finisce per coinvolgerle in piccoli sinistri, occasionali, fortuiti, inattesi quel che si vuole, ma pur sempre di incidenti stradali trattasi. Gli sviluppatori sono sicuri di trovare a breve la “patch” giusta per far si che questa momentanea impasse diventi solo un ricordo di gioventù di infima entità. Se difatti i comportamenti di noi “comuni mortali” alla guida non sono ancora in toto “prevedibili” dalle macchine, all'orizzonte per gli ambiziosi progettisti californiani si presentano giusto un paio di possibili soluzioni: ovvero l'eliminazione dalla “partita” del fattore “umano” o adeguarsi alla loro (nostra) presenza e regolarsi di conseguenza. Di sicuro in futuro, almeno su strada, ne vedremo delle belle con o senza pilota!
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