Due esemplari super sportivi dell'esclusivo parco auto sequestrato al dittatore della Guinea!

La Repubblica della Guinea Equatoriale è uno dei più poveri e piccoli stati in termini di superficie e per popolazione dell'Africa Centrale. Teodorin Obiang, è il nome del "Re Dittatore" del paese, finito ultimamente nel mirino della magistratura svizzera. Parcheggiate nel suo super “garage” di Ginevra, molte auto di lusso "esclusive" per non dire uniche, addirittura una Bugatti da 1 milione di euro e l'auto più veloce del mondo, una Venom GT da 3 milioni di dollari, con soli 7 esemplati al mondo. Nella Guinea Equatoriale, la gente vive "mediamente" con 2 dollari a testa al giorno, ma ciò non ha impedito al despota del paese africano, di condurre una vita da nababbo. Sequestrate ben dodici "supercar" sequestrate nei giorni scorsi a Ginevra, nell'ambito di un'inchiesta per riciclaggio avviata dalla Guardia di Finanza svizzera in collaborazione con la magistratura francese. La scuderia da mille e un bolide, include una Porsche Panamera da oltre 600mila euro, una Ferrari "Berlinetta" che sfiora il milione, Mc Laren, mentre il pezzo più raro è la Koenigsegg One da quasi 3 milioni di euro, di cui esistono al mondo solo pochissimi esemplari. Un vero "parterre de Roi" di cavalli vapore di super lusso, degno di un principe arabo, nascosto e parcheggiato illecitamente in uno dei tanti hangar privati dell'aeroporto di Ginevra. Sembra che il dittatore sentitosi braccato e col "fiato sul collo" dalla Tributaria elvetica, fosse in partenza e volesse farsi accompagnare da un aereo cargo carico delle sue "supercar" per sottrarle al definitivo sequestro. Come avrete già capito, gli è andata molto male, tutta colpa del suo "tenore" di vita extra large, da far invidia a Bocelli e Domingo. Perchè la sua dichiarazione dei redditi in patria, risulta molto misera, con appena 80 mila dollari all'anno. L'accusa di aver volontariamente "distratto" fondi pubblici c'è tutta, difatti alla Magistratura franco-elvetica risultano spesi più di 400 milioni di euro, tra il 2000 ed il 2012, che gli hanno permesso di vivere meglio di un nababbo. Per soddisfare la sua bramosia di potere e lusso senza limiti, non solo ha svenduto alle lobby petrolifere tutte le concessioni estrattive della Guinea, facendo profitti colossali, totalmente illeciti ed esentasse. Contro il sequestro dei beni, il governo guineano ha presentato maldestramente ricorso al Tribunale Europeo dell'Aia, denunciando addirittura metodi inusuali e spettacolari da parte delle forze dell'ordine. Che dire, ci uniamo ai rallegramenti per l'azione giudiziaria nei confronti del despota africano e di tutti quelli come lui, un vero e proprio messaggio di incoraggiamento etico e morale universale, in tempi di povertà e crisi economica senza fine, rivolto a tutti i furbetti e gli impuniti del pianeta!