Nuove leggi, nuove tecnologie, nuove strade e l'inasprimento dei controlli combattono la mortalità!

L'ultima riforma consistente del Codice stradale è del 2003, ovvero col Decreto Legge n.151 del 27 Giugno, poi convertito in legge il 1 Agosto successivo. Furono ritoccate varie regole e inasprite le sanzioni, ad esempio quelle per il divieto di sorpasso, quelle per l'attraversamento col semaforo rosso, l'abuso del cellulare alla guida etc. Lo stesso decreto introdusse poi la celeberrima "patente a punti", entrato in vigore nel Luglio 2003, in base alla quale le infrazioni vengono punite, oltre che economicamente e penalmente, anche decurtando dei “punti” dal totale di 20 assegnati inizialmente ad ogni automobilista. La mortalità è stata effettivamente dimezzata da quando sono stati introdotti questi nuovi provvedimenti? Le ultime statistiche Istat sono state pubblicate poche settimane fa e consentono un oggettivo confronto. Nel 2002, le vittime di sinistri stradali furono 6980. Nel 2016 si è scesi a 3283, un calo del 47%. Il calo in 15 anni, è a dir poco nettissimo. I dati dei 15 anni precedenti al 2002, registrano una sostanziale uniformità nei decessi. Nel 1987 i morti erano 6784 e nei 15 anni dopo, i numeri oscillano tra 6193 del 1996 ed i 7498 del 1991, senza mai discostarci eccessivamente dalla media del periodo storico "1987-2002" di 6735 morti l’anno. Rispetto all'anno prima che fosse introdotta la patente a punti, ad esempio il numero di vittime della strada si è più che dimezzato. Ma di chi è il merito? Per stabilire se il calo degli incidenti mortali in Italia sia da attribuire al “cambio” di Codice e non ad un trend del momento (dipendente da evoluzione delle tecnologie, evoluzione della sicurezza, il miglioramento delle rete viaria, ndr). In quasi tutti i paesi dell’UE ci sono stati cali molto consistenti. In Germania, nel 2002 le vittime di incidenti furono 6842. Nel 2016 scendono a 3450, esattamente il 50% in meno. In Francia, nel 2002, si erano registrate 7630 vittime, mentre nel 2016 sono state 3460, esattamente il 45%. Nel Regno Unito nel 2002 le vittime erano state 3580, nello scorso anno, si è scesi a 1805 morti, anche qui il 50% in meno. In Polonia il calo è stato del 50%, dai 5.826 morti del 2002, si è scesi nel 2015 a 2938. In Spagna assistiamo al calo più impressionante: dai 5210 morti del 2002 si è passati ai 1689 del 2016, col 62%. Il “caso spagnolo” si spiega con una molteplicità di fattori: notevoli investimenti nella messa in sicurezza delle infrastrutture e della intera rete stradale, un sistema di patente a punti non dissimile da quello italiano, norme e campagne di pubblicità severe e martellanti e controlli stringenti utilizzando le moderne tecnologie. Va considerata anche l’evoluzione tecnologica delle automobili ed il miglioramento generale delle condizioni delle reti stradali e della viabilità urbana. Continuiamo cosi fino alla Mortalità Zero!