L'ex Azienda Nazionale Autonoma delle Strade, con il beneplacito del Governo avvia il piano di risamento della viabilità nazionale. Per chi non lo sapesse, le strade e le autostrade gestite direttamente dall'ente privato sono state individuate dal DLgs n.461 del 29 Ottobre 1999 (gestisce anche la maggior parte delle strade delle Regioni a statuto speciale come Sicilia e Sardegna, che non fanno parte della rete nazionale, ndr). A breve la rete del Belpaese raggiungerà i 30mila Km e per garantire maggiore continuità territoriale è stato avviato il recupero di oltre 6mila km di strade ex statali, regionali e provinciali. Inoltre, con l’attivazione di contratti di servizio sulle strade provinciali si punterà ad incrementare l’efficienza ed una più razionale gestione delle tratte che attualmente soffrono della frammentazione delle competenze. In parole tutto tranne che "povere", la riqualificazione di circa 100 viadotti, l'installazione delle più moderne barriere protezione e nuovi guard rail per una sicurezza stradale senza eguali. Con a disposizione un “tesoretto” di quasi 800 milioni di euro nel 2019, di cui 150 milioni dovuti al celeberrimo Decreto “Sblocca Cantieri”, l'ANAS partner sempre fedele del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture nazionali, promette di rifare per intero la pavimentazione stradale di Km di strade al tempo presente tutt'altro che sicure. Interventi urgenti e più che dovuti dopo il tragico crollo del Ponte Morandi di Genova, a garanzia dell'incolumità in mobilità di tutti i cittadini italiani. Meglio tardi che mai?

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