Lo decretano i giudici della Corte Costituzionale con sentenza già depositata, spiegando che l'obbligo comporta irragionevole aggravio di spese organizzative e gestionali per ogni "vettore" Ncc, costretto sempre a compiere un viaggio di ritorno "a vuoto" all'autorimessa. Secondo la Consulta, l'obbligo è sproporzionato rispetto all'obiettivo di assicurare che il servizio sia rivolto a una utenza specifica e non indifferenziata. La necessità di ritornare ogni volta in sede per raccogliere le richieste dev'essere superata, senza interferire con il servizio di taxi, grazie alla possibilità, prevista di utilizzare i moderni strumenti tecnologici e telematici. Un primo lungo passo verso la modernizzazione della normativa che regola i trasporti privati nelle città italiane. Far lavorare e collaborare tassisti ed NCC, costruendo insieme il futuro della mobilità consapevole del "Dopo Coronavirus"!

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