Sicurezza Stradale
Un medico di Trieste non se lè sentita di rilasciare il certificato per il rinnovo della patente di guida all'astrofisica "nazionalpopolare" perché quasi novantenne!
“Donna al volante, pericolo costante!”. Si diceva una volta per discriminare e colpevolmente additare il sesso femminile quale pericolo pubblico principale sulle strade, ma stavolta alla guida c’è una scienziata, che con tutto il rispetto, potrebbe essere considerata già ampiamente “nonna”. Ma saranno davvero cosi imprudenti i “molto anziani” alla guida delle loro utilitarie in città come sulle autostrade? La studiosa si difende con argomentazioni certo non banali, affermando che la scelta del medico di base è ingiusta e pergiunta anticostituzionale. “È dal 1952 che guido la macchina e non ho mai provocato o fatto incidenti gravi". Non sono né vecchia, né rincoglionita. Se un medico si dichiara disponibile a fare le visite per la patente, le fa a tutti e non dovrebbe distinguere gli ottantenni dai novantenni, i biondi dai mori, gli uomini dalle donne. Sono arrabbiata, perché mi ha discriminato. Senza visitarmi ha stabilito che non sono idonea? E’ un’ingiustizia. Come si permette?". Una altrettanto autorevole testimonianza è offerta dal noto oncologo Umberto Veronesi: "Anche io ho più di 85 anni, sono appassionato di auto e non per lasciarle in bella mostra nel box, ma le guido senza pericolo per il mio prossimo. Ho autocoscienza e non ho mai provocato né subìto incidenti, e mi dispiacerebbe non guidare più per un divieto anagrafico. Sarebbe più utile e razionale assicurare un’ accurata visita medica di controllo per i guidatori di tutte le età. Una soddisfacente prontezza di riflessi e una necessaria acuità di vista e di udito non sono elementi che si certificano con veloci controlli di routine.L’ età non può essere l’ unico criterio per guidare, e molto spesso i guidatori, con molta esperienza, riconoscono i loro limiti senza bisogno del bollino blu dello Stato. La visita andrebbe inoltre integrata da un impegnativa del medico di base sulle condizioni di salute complessive". Non dimentichiamo che la società italiana sta progressivamente invecchiando e che quando il Parlamento si occupò della “questio” per darle finalmente una "ratio" (con un disegno di legge che voleva vietare la patente agli ottuagenari, ndr), le cronache registrarono una vera sommossa popolare e le proteste energiche dei “nonni” pilota, e l’avveniristico progetto venne immediatamente cassato e accantonato. Non trascuriamo che, l’anno passato in Italia su 4mila incidenti stradali, ben 880 sono stati provocati da ultrasettantenni. Non sono pochi davvero. Con l’avanzare degli anni i riflessi si fanno sempre più lenti, quindi non basta avere la massima prudenza alla guida, abbisogna avere una ottima percezione visuale e buonissimi riflessi per tenere il piede pronto sul freno e dosare bene quello poggiato sull’acceleratore. Allora un appello al "self control" non guasta, ogni anziano saggio dovrebbe imporsi di valutare con coraggio fino a qual punto possa garantire l’incolumità personale, dei propri cari e del prossimo. Superato il cosiddetto “punto di non ritorno” alla guida, non può nemmeno essere “la morte sociale” per l’anziano, ma il cambiamento di abitudini quelle si, ormai vecchie e superate usando il car-pooling oltre all’uso quotidiano dei mezzi pubblici, a tutto vantaggio di una mobilità consapevole e realmente sostenibile per tutte le fasce d’età. Dopo le polemiche il medico, che alla fine avrebbe visitato la studiosa, cercando di "farla tornare sulla Terra", spiega la propria versione dei fatti, sottolineando che in base alla propria esperienza professionale ha il diritto di prendere anche queste decisioni poco simpatiche: "Se la professoressa Hack vuole essere visitata forse è meglio che si rivolga alla commissione che può rinnovare la patente anche per sei mesi, io invece sono costretto a firmarla per 2 anni".
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