Attualità
L'auto “della ditta” nel Belpaese è tassata cinque volte più che in Francia, Germania e Spagna. Con la crisi economica perdurante, il settore dell'autonoleggio, che interessa quasi 30mila addetti, è in affanno! Lo Stato cosa farà per salvarlo dalla stagnazione e da un futuro non certo roseo?
In un momento ove “Spending review” (revisione della spesa, dall'inglese, ndr) sembra essere la parola d'ordine a livello nazionale, anche l’autonoleggio insieme a tutto il “comparto” che fornisce le auto aziendali, soffre i continui "tagli" e la crisi economica perdurante. La domanda è in continuo calo anche perché le società che ancora possono offrire ai propri rappresentanti l’autoveicolo di gran marca come benefit o “plusvalore” devono “giocoforza” ridurre le spese “a tutti i costi”. Le politiche fiscali del nuovo Governo Letta incidono finadesso negativamente sul settore, disincentivando di fatto l’autonoleggio. I numeri raccolti dall’Aniasa (Associazione che raduna tutte le aziende specializzate, ndr) nell’ultimo “Rapporto annuale sull’auto aziendale” mostrano le ingenti perdite del settore divise tra aziende private, dipendenti che ogni giorno rischiano il posto e lo Stato italiano. Per una vettura aziendale del valore di listino di 30mila euro la somma, fra deduzioni e detrazioni iva ammonta 5.697 euro, 1/5 di quello che “scaricano” le ditte in Germania (30.000 euro), in Spagna e circa 1/4 in Francia (24.200 euro) e Inghilterra (24mila euro). La differenza è tangibile e spiega la crisi del mercato delle auto aziendali in Italia con una quota sempre più modesta, pari al 36% delle immatricolazioni annuali, contro il 62% delle Germania, il 40% della Francia. Un divario che il Governo dovrà urgentemente “colmare” con misure lungimiranti e vieppiù innovative. L’importanza del settore per l’economia del Belpaese è cruciale: in Italia circolano circa 670 mila auto aziendali di cui 525 mila a lungo termine. Nel 2012 sono state immatricolate 256 mila nuove auto per un controvalore di 4 miliardi di euro, ma il fatturato totale dell’autonoleggio supera i 5 miliardi di euro e interessa quasi 30mila persone. Le entrate ad inizio 2013 con la minore deducibilità per l’auto aziendale hanno ridotto le immatricolazioni di 24 mila auto aziendali nei primi 3 mesi dell’anno con una stima annuale di 80 mila macchine. Se le cose non cambieranno presto, solo tra imposte dirette ed indirette lo Stato perderà più di 400 milioni di euro di mancate immatricolazioni. In tale contesto, si dovrebbe riordinare la tassazione dell’auto aziendale, sulla base di principi di progressività, gradualità e di monitoraggio correttivo. Il calo delle immatricolazioni d’inizio anno è il chiaro segnale che occorre intervenire in fretta mediante innalzamento della quota deducibile dell’auto aziendale, oggi scesa al 20% ed un progressivo aumento della percentuale detraibile dell’Iva, oggi bloccata al 40%.
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