Sposa patentata viaggia in moto "rosata"!

Un morto in moto ogni 8 ore, è un dato statistico che mette il Belpaese al primo posto in Europa nella non certo “onorevole” classifica che "identifica" il numero di centauri che hanno lasciato la propria "pelle" sulla strada. Le modifiche al Codice che sono entrate in vigore da circa un mese rappresentano un importante passo per arginare questo fenomeno. I guidatori di ciclomotori o microcar dovranno conseguire la Patente AM (a cui si applica anche la decurtazione dei punti), dopo aver sostenuto un esame teorico e pratico. L’età minima è sempre 14 anni, mentre i corsi non saranno più organizzati dalle scuole, ma dalle autoscuole. La Patente A1 resta conseguibile all'età di 16 anni per guidare veicoli di cilindrata massima di 125 cc, mentre per la Patente A bisognerà aspettare d'aver 20 anni (ma solo se si ha già la A2 da almeno 2 anni) e superare il relativo esame. Introdotta anche la nuova sottocategoria B1 (16 anni per conseguirla) per guidare i quadricicli/minicar con massa a vuoto inferiore o pari a 400 kg. Sul fronte dei mezzi pesanti ci saranno le patenti C1 e D1. Hanno lo stesso valore delle patenti C e D di adesso (che si possono conseguire a 18 e 21 anni, ndr), ma si potranno conseguire previo esame solo a 21 e 24 anni. Per chi guida senza la patente AM scatta la sospensione e una sanzione amministrativa che va dai mille ai 4mila euro. In caso di violazione con patente estera c’è l’interdizione o la revoca. Sulle nuove patenti europee non è trascritta la residenza e alla scadenza o per il rinnovo, il suddetto documento sarà ristampato o sostituito, come previsto dal nuovo Codice della Strada. La nuova norma dettata dalla Unione Europea, consente di guidare motoveicoli più veloci e potenti dopo alcuni anni di guida su mezzi più alla portata di conducenti inesperti, che forniscono la formazione necessaria per condurre mezzi con un rapporto peso/potenza maggiore. Ogni centauro verrà correttamente formato “step by step” in maniera progressiva e graduale, molto più “verificabile” attraverso prove pratiche. Non ci dimentichiamo che solo nel nostro paese, sono decedute più di mille persone coinvolte in sinistri sulle due ruote, quasi un terzo dei circa 4 mila morti complessivi per incidenti stradali registrati, in Italia nel 2011. Dati agghiaccianti che non potevano lasciare indifferenti; ci auguriamo che queste nuove disposizioni ed aggiornamenti contribuiscano ad arrestare una così vasta “emorragia” di giovani vite umane perse davvero per strada!

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